La campagna crowdfunding per Abito
Qualche appunto, qualche post e qualche numero di Pusuàr, la newsletter di Abito per attaccare bottone, per capire come è andata la raccolta fondi su Produzioni dal Basso.
Abito è un progetto di scambio di vestiti e inclusione sociale che a marzo 2021 ha deciso di organizzare una campagna crowdfunding a sostegno delle proprie attività di sartoria. Nelle settimane precedenti al lancio, sono stati richiesti gli indirizzi mail dei possibili donatori, ovvero coloro che già partecipavano alla vita del negozio donando vestiti settimanalmente. Questi sono stati inseriti nell’elenco di iscritti alla newsletter che, insieme a chi seguiva Abito sui social network, componeva il bacino di riferimento della campagna.
Il tono dei testi e dei post era di carattere ironico e divertente per essere il più coinvolgente possibile. Il primo numero della newsletter, spedito il 22 gennaio 2021, esordiva così:
Pusùar, la newsletter di Abito per attaccare bottone
Parlando di vestiti, il poussoir (si legge pusùar) è il bottone automatico, a pressione, che probabilmente chiunque ha usato almeno una volta nella vita. Abito ha pensato che fosse il nome giusto per una nuova newsletter perché un progetto di raccolta e distribuzione di abiti usati a persone in difficoltà per forza si basa sulle relazioni e un bottone avvicina, crea un legame tra due parti. Pusùar è quindi il desiderio di mantenere uniti e attaccare bottone in un momento particolarmente complicato. (…)
L’intenzione iniziale, soprattutto per la newsletter, era di riaprire un canale di comunicazione per rendere noto che le attività sarebbero riprese dopo il primo periodo di chiusura forzata causata dalla pandemia di Covid-19. Partendo dalla presentazione del gruppo di lavoro e dalle attività che i singoli componenti svolgevano durante le loro giornate, il tentativo era di coinvolgere in poche settimane le persone fino al lancio della campagna di marzo.
Sui social network la situazione di pubblico era leggermente differente: alcuni affezionati erano già presenti tra chi seguiva la pagina, si trattava - per quanto possibile - di convertirli in donatori e di acquisirne di nuovi. Quest’ultimo obiettivo è stato inseguito grazie ad alcune campagne a pagamento che, soprattutto durante il periodo della raccolta fondi, hanno permesso alla pagina di crescere in numero di like.
Anche in questa situazione il tono assunto è stato di carattere festoso ed entusiasta, cercando di trasmettere enfasi su alcuni temi in particolare, senza troppo indugiare sulle difficoltà e i bisogni delle persone. Per esempio, con l’inizio del corso di sartoria, molta attenzione è stata data alle iscritte e alle loro capacità, grazie poi a veri e propri stornelli, i post raggiungevano un discreto successo di pubblico. Un paio di esempi dell'11 e 16 febbraio 2021:
Sul tavolo qualche bozzetto,
più in là rotola giocoso un gomitolo,
a fianco, ritto un rocchetto
scruta la scena senza titolo:
i bottoni, quei malandrini,
son saltati via dal barattolo
per vedere i figurini!
“Che ci facciamo in questo bugigattolo?
Vogliamo partecipare alle cose belle!”
“Oh bricconi impazienti”, rispondono in coro
tutte quante le modelle,
“c’è tempo, presto sarà pronto il lavoro!”
#tobecontinued…
Prosegue il corso di #sartoria,
ogni lunedì mattina è una magia.
Presto le giovani protagoniste
finiranno sulle riviste
come cinture nere,
abili nelle loro carriere.
Taglia, cuci, cuci, taglia!
- Ho fatto una M di taglia!
- Brava, l’occhio è allenato ormai,
continua così e chissà dove arriverai.
#stornellibelli
Ai post in rima se ne alternano altri più narrativi, dove però c’era sempre una componente di fantastico e di immaginazione utile a catturare e mantenere l’attenzione sulla quotidianità e sul servizio offerto dall’emporio.
Con l’inizio della campagna poi, a questi temi principali si è aggiunto il racconto delle ricompense per i donatori: tra i capi in catalogo, tutti con una certa ragion d’essere, si è cercato di valorizzare quelli che potessero offrire più spunti dal punto di vista narrativo per creare immaginari altri che permettessero al capo d’abbigliamento di diventare un vestito con una storia. Lo Zaino-Poncho è sicuramente uno di questi:
Lo #ZAINO #PONCHO
💡 È un’invenzione di Rebecca Maggiora, studentessa dello IED Torino ed è sicuramente tra gli articoli più curiosi che abbiamo nel nostro catalogo (codice #B20).
In fase di presentazione Rebecca ci ha svelato che ha avuto l’idea mentre era tra i bassi arbusti della #pampa #argentina: si trovava a mangiare #asado e bere #mate ascoltando le storie dei #gauchos mandriani in mezzo alla prateria, e, in quella situazione, a respirare la polvere portata dal freddo vento #pampero, ha pensato di creare qualcosa di utile per le notti trascorse all’adiaccio ⛺ e pratico per il trasporto dell’essenziale 🎒.
In un’istante è nato quindi ZAINCHO, uno zaino #doubleface: da un lato un pratico fagotto, dall’altro un poncho con un caldo #plaid.
Chiaramente, anche se non siete gauchos, potete usarlo, lo trovate nel nostro #crowdfunding.
Questi post, così come le edizioni di Pusuàr dedicate alla promozion del crowdfunding - numeri 4, 4 bis, 4 ter - trasmettevano un’urgenza comunicativa molto forte che si sfogava nella vicinanza di invii e nella ripetizione continua di parole chiave relative all’ambito semantico del “regalo” e della “donazione”.
📣 Gonne, è arrivato il rocchetto! 📣
(qui il crowdfunding [link])
Interrogata prima che dal mondo sparisse,
la meticolosa #saggezza disse:
le belle #gonne eleganti
hanno pochi #bottoni e una #tasca sola sul davanti,
intorno soltanto una #cinta o radi nastri cangianti;
l’importante è che dietro una fila di persone
siano pronte alla #donazione.
Chi raccolse questa #storia per iscritto
ne trasse un equilibrato editto:
i particolari devono essere abbastanza
per non sentirne la mancanza,
ma se sono troppo numerosi
rischiano di diventare fastidiosi.
P.s.: volevamo partecipare alla Giornata Mondiale della #Poesia dell’altro giorno 😊
📣 Cantaci, oh Lidia Ciràfisi, un gran pezzo di #blouse 🎤👚
Quando la sarta è canterina,
significa che abbina
ago e corde di #chitarra 🎸
(che ditale serve quando sgarra!).
A ritmo di #blues è capace
di creare #bluse come Versace
e per capire quale sia la migliore foggia
del #cappotto contro la pioggia 🌧️,
segue le previsioni del tempo musicale
con forbici e pedale.
Le basta poi un microfono da stiro
per tenere tutti sotto tiro:
📣 a gran voce chiedo #sostegno,
per #Abito va bene pure l’assegno!
In questa cornice anche il profilo Instagram, praticamente aperto in occasione della campagna, ha offerto il suo contributo, rendendo più semplice l’invio di singoli messaggi privati alle persone e agli influencer locali che in alcuni casi hanno dato il loro supporto ricondividendo il messaggio o passando direttamente alla donazione.
Nel complesso questo lavoro ha permesso di raggiungere la cifra di 2790 euro grazie a 48 sostenitori, numeri che tutto sommato possono ritenersi incoraggianti per una serie di motivi: la partenza praticamente da zero per quanto riguarda la fidelizzazione del pubblico, l’assenza totale di donatori già presenti, il periodo di incertezza collettiva legata alla pandemia e l’insicurezza generale sul futuro, il poco materiale video e fotografico a disposizione. A questo proposito bisogna aggiungere la preziosa collaborazione con l’Associazione I Buffoni di Corte Onlus che, insieme alle persone che la animano e la frequentano, ha gentilmente accettato di organizzare nei suoi locali la divertente giornata di scatti e riprese.